CINZIA LEONE, Vieni tu giorno nella notte

In questi ultimi tempi ho letto libri bellissimi. Uno è questo. L’ho terminato ieri sera.

Avevo già letto Cinzia Leone qualche anno fa con Ti rubo la vita, e anche quel libro mi aveva colpita, ma questo mi ha davvero incantata.

Nonostante la storia.

Che si svolge in una estate qualunque a Tel Aviv: dove, in un giorno qualunque, un terrorista si fa esplodere in un caffè, provocando cinque morti. Uno è un soldato israeliano, Arièl, nato in Italia, che – contro il parere dei genitori – si era trasferito nella Terra Promessa, dove già abitava la nonna materna, Stella. A Tel Aviv Arièl amava, riamato, un giovane palestinese, Tariq, fuggito da Jenin a causa della sua omosessualità.

I genitori di Arièl, separati da anni, vengono avvisati dall’ambasciata e si precipitano nella capitale israeliana per riabbracciare il corpo del figlio per l’ultima volta e poi portarlo in Italia. Ma la cosa non è così semplice: anche perché il “corpo” di Arièl non è più un corpo; e nella deflagrazione i suoi resti si sono mescolati a quelli dell’attentatore, che aveva cercato di fermare. Bisogna aspettare che i pezzi vengano divisi.

Per Micòl e Daniel è l’inferno. Nelle loro vite superficiali, il dolore si addentra con denti di lupo. Tutti gli incontri che fanno, rivelano loro aspetti del figlio che non conoscevano e non avevano intuito.

C’è Tariq, col suo dolore inconsolabile, col suo amore immenso e tarpato.

C’è l’anziana Stella, madre anaffettiva, cui il nipote confidava ogni cosa, ingabbiata nella sua abitazione sormontata da cactus spinosi, che non manca mai l’occasione di rinfacciare alla figlia e al genero gli errori, le mancanze, le distrazioni.

C’è la madre di Tariq, l’inquieta Zahira.

E c’è Malak, il gatto, che sembra anticipare tutti nello scoprire gli snodi di una storia complicata; e avrà per sé tutto l’imprevedibile capitolo finale.

Poi ci sarà Sharon, ma molti giorni dopo.

Vieni tu giorno nella notte” è un romanzo di grande bellezza, che, pur poderoso, si legge d’un fiato. Vi sono unite l’eleganza della scrittura e la profonda narrazione dei sentimenti, nelle loro tante sfumature (non solo l’amore e il dolore, ma l’inevitabile voglia di rivalsa, il disorientamento, la paura, l’ansia di libertà, il rancore).

E mette le radici nella Storia: nel conflitto arabo-israeliano che ha distrutto e continua a distruggere vite; nelle febbri collettive che portano alla violenza; nell’acuto desiderio di far parte di una comunità e farne rispettare i diritti; nell’interminabile grido di vendetta, per i cari persi tra polvere e sangue, tra pietre e asfalto.