(la posizione dei libri nell’elenco è casuale)

I promessi sposi, di A. Manzoni
Uno dei capolavori della letteratura internazionale. Il romanzo che racconta tutti i tempi e tutti gli uomini e le donne, nelle loro mille sfaccettature.

Il maestro e Margherita, di Michail Bulgakov
Un capolavoro assoluto nella sua discontinuità. Al suo interno, “Il vangelo secondo Pilato” è una gemma perfetta.

I viceré, di Federico De Roberto
L’Ottocento in Sicilia, con la famiglia degli Uzeda, in un romanzone come si deve.

Orgoglio e pregiudizio, di Jane Austen
Il romanzo perfetto. Raccontato con un’ironia e leggerezza eccelse.
Da leggere anche Persuasione, uno dei miei romanzi del cuore.

Jane Eyre, di Charlotte Brontë
Come si fa a dimenticare Thornfield Hall e Edward Rochester?
Il libro della mia vita, una storia nella quale si sta bene.

Cime tempestose, di Emily Brontë
Un romanzo fondamentale, la passione, l’odio, l’amore immenso, il ricordo che non muore.

Le relazioni pericolose, di Choderlos de Laclos
Straordinario affresco della malvagità nella Parigi del Settecento. La rete diabolica tessuta dal visconte di Valmont e dall’anima nera della marchesa di Merteuil.

Il romanzo di Tristano e Isotta, di Joséph Bédier
L’autore raccoglie le varie versioni – e ne fa una sola – della più grande storia d’amore di tutti i tempi. Un libro della BUR grigia. Credo che sia introvabile, ormai. Ma mi è impossibile non inserirlo.
La foto di lato rimanda a una edizione scolastica abbastanza recente.

Guerra e pace, di Lev Tolstoj
Un romanzo grandioso: di guerra, amori, grandi ideali, piccoli e grandi uomini. Napoleone e il generale Inverno.

La luna e i falò, di Cesare Pavese
Il suo più bel romanzo, scritto col ritmo delle sue poesie. La guerra, la Resistenza, amicizie e amori, disillusioni e rimpianti infiniti.

Il conte di Montecristo, di A. Dumas
Romanzo imperfetto, ma che risponde al “nostro sacrosanto diritto alla vendetta”. Applausi a scena aperta.
Da leggere anche I tre moschettieri e Vent’anni dopo.

Dalla parte di Swann, di Marcel Proust
Perché sì. Perché si può rinunciare a tanti classici, ma a Proust no. E, se non avete il coraggio di affrontare tutta La ricerca del tempo perduto, almeno questo primo volume occorre leggerlo.

Malombra, di Antonio Fogazzaro
Il mistero, il lago, l’inquietudine, l’Ottocento come ci piace pensarlo. Con l’attrazione per il male, l’istinto di morte e di dissoluzione, la fatalità.

I Malavoglia, di Giovanni Verga
Uno dei romanzi più massacrati dalle antologie scolastiche, che rinunciano alla coralità per concentrarsi solo sulle sfighe della famiglia Toscano. Da unire alle Novelle, perché nei racconti Verga è forse ancora più grande.

La vita davanti a sé, di Romain Gary
Un capolavoro del Novecento francese. Storia di Momo, ragazzino arabo della banlieu, senza genitori, che viene accolto da una anziana prostituta. Gary vinse, con questo libro il premio Goncourt.

La certosa di Parma, di Stendhal
Un romanzo immortale: in una Parma finta e perfetta, si intrecciano le vicende di Fabrizio del Dongo e della duchessa Sanseverina, uno dei più affascinanti personaggi femminili di ogni letteratura.

Il giovane Holden, di Salinger
La tenerezza infinita di una vita di sbieco. Holden Caufield e la sua rabbia contro il mondo, le domande, gli smarrimenti, la fatica di darsi risposte anche piccole.

Il vecchio e il mare, di E. Hemingway
Come raccontare una perfetta storia senza storia: un vecchio che, in alto mare, pesca un enorme pescespada, ma gli squali glielo divorano. Intorno, la natura, il coraggio, la conoscenza di sé.

Cent’anni di solitudine, di Gabriel G. Marquez
Come dimenticare Aureliano Buendia e Macondo e l’incanto che questo romanzo suscitò cinquant’anni fa? A rileggerlo, pur nella sua discontinuità, conserva intatta la magia. Di Marquez, bello e tropicale, anche L’amore ai tempi del colera.

La fata carabina, di Daniel Pennac
Se non avete ancora letto la saga dei Malaussène, siete fortunati: vi aspettano mesi incantati. Si comincia dal Paradiso degli orchi, poi questo, poi La prosivendola. E non vi fermerete più. Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, e la sua scalcagnata famiglia sono quanto di più buono, generoso, divertente ci abbia regalato la letteratura francese negli ultimi trent’anni.

Patria, di Fernando Aramburu
Per ora, il capolavoro degli anni Duemila. I Paesi Baschi, l’Eta, una comunità lacerata, le vittime che devono andarsene per non infastidire i sopravvissuti. Le tante angolazioni di una storia. Grande letteratura.

Se questo è un uomo, di Primo Levi
Perché nessun altro libro, come questo, ha saputo parlare dei campi di sterminio nazisti. La scrittura così cristallina riesce a rendere l’argomento, a volte, quasi sopportabile.

Il pranzo di Babette, di Karen Blixen
La Blixen è maestra nel racconto. Questo, tratto da Capricci del destino, è uno dei più affascinanti.

Teresa Batista stanca di guerra, di Jorge Amado
Una indimenticata ragazza brasiliana, che le violenze e le brutture della vita lasciano sempre intatta e pulita. Un affresco di Bahia.

Vergogna, di J. M. Coetzee
Un romanzo cattivo, crudo, freddo, tagliente, adamantino.
Comincia con un professore cinquantenne che seduce una studentessa. È lui il narratore, con tutte le sue giustificazioni.
Un Nobel davvero meritato.

Nessuno torna indietro, di Alba de Cespedes
Il primo, indimenticabile romanzo della più grande scrittrice italiana del Novecento.
Da leggere anche Dalla parte di lei, forse il suo capolavoro.

Il ragazzo che leggeva Verne, di Almudena Grandes
Un poetico, straordinario romanzo ambientato nella Spagna franchista degli anni Quaranta.

Le confessioni di un italiano, di Ippolito Nievo
Dentro c’è tutto il nostro Ottocento, Napoleone, l’Austria, il Risorgimento, gente che ci credeva. Carlino e la Pisana erano entrati nella nostra memoria con lo sceneggiato, tanti anni fa. Indimenticabile Pisana!

Saga, di Tonino Benacquista
Uno dei libri più divertenti che abbia letto. Quattro sceneggiatori falliti, ma costretti a lavorare per contratto, trovano il riscatto attraverso uno sceneggiato televisivo in notturna.

Il marito in collegio, di Giovanni Guareschi
Esilarante! L’ho riletto tante volte. Risolve i momenti mesti. Già il nome dei capostipiti, Leonida lei, Saffo lui, danno la misura del romanzo.